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Le domande di contributo vanno presentate entro il prossimo 31 maggio
legge 215/92: fondi per le imprese femminili
stanziati 55 miliardi di lire per la campania

di Enzo Agliardi e Grazia Quaranta
 
Incentivi finanziari per le imprese «al femminile», che entro il prossimo 31 maggio potranno presentare domanda di contributo per nuovi progetti d’investimento attraverso la legge n. 215 del 1992. Lo stanziamento messo a disposizione dal Ministero dell’Industria e dalle amministrazioni regionali (che a partire da questo bando hanno cofinanziato gli interventi) è di circa 300 miliardi di lire. Alla Campania andranno oltre 55 miliardi di lire. Le modalità da seguire per la presentazione dei progetti d’investimento e la richiesta dei fondi sono contenute nella circolare n. 1138443 del Ministero dell’Industria, pubblicata sula Gazzetta Ufficiale dello scorso primo marzo. Questi i contenuti principali del provvedimento.

SOGGETTI BENEFICIARI
Sono ammesse alle agevolazioni le piccole e medie imprese operanti nei settori industria, commercio, artigianato, agricoltura, turismo e servizi gestite principalmente da donne. Più in particolare il Ministero dell’Industria considera «femminili», e quindi ammette a presentare la richiesta di contributo, le seguenti categorie:
- le cooperative e le società di persone costituite per almeno il 60 per cento da donne; 
- le società di capitali in cui le donne detengano quote di partecipazione in misura non inferiore ai due terzi e gli organi di amministrazione siano costituiti per almeno i due terzi da donne; 
- le imprese individuali con titolari e gestori donne.

Le imprese, alla data di presentazione della domanda, devono essere già iscritte al Registro delle imprese. Le ditte individuali non ancora operanti in fase di presentazione della domanda devono essere titolari di partita Iva, e l’iscrizione al Registro delle imprese deve avvenire entro la data di richiesta di erogazione della seconda quota delle agevolazioni. Con l’introduzione, lo scorso anno, del nuovo regolamento è stato abolito il divieto di acceso alle agevolazioni alle imprese costituite prima del 22 marzo 1992: in pratica, non esiste più alcun limite temporale e tutte le piccole e medie imprese dei settori ammessi possono richiedere i contributi a prescindere dalla data di costituzione.

LE GRADUATORIE
Le domande ritenute ammissibili saranno inserite in distinte graduatorie regionali articolate in tre macrosettori: 
- agricoltura (sezioni A e B della classificazione Istat ’91); 
- manifatturiero e assimilati (sezioni C, D, E ed F); 
- commercio, turismo e servizi (sezioni G, H, I, J, K, M, N, O).

La posizione in graduatoria sarà determinata in base ad alcuni indicatori fra i quali i nuovi occupati e la nuova occupazione femminile rispetto agli investimenti ammessi. 
A questi criteri si aggiunge poi l’indicatore di priorità regionale definito dalle Regioni che hanno provveduto all'integrazione delle risorse statali. Il punteggio ottenuto in base ai criteri nazionali e regionali possono essere maggiorati in relazione al grado di partecipazione femminile nell'impresa, all’adesione a certificazioni ambientali e di qualità, e ancora al grado di sviluppo del commercio elettronico. Più in particolare, le imprese a totale partecipazione femminile potranno incrementare il punteggio del 10 per cento; la maggiorazione sarà invece del 5 per cento per le imprese che aderiscono a certificazioni di qualità del tipo Iso 9000, Emas Iso 14000, Ecolabel, Sincert oppure ottengono attestazioni di specificità dei prodotti agricoli ed alimentari del tipo Dop, Igp, As, Igt, Doc e Docg. La maggiorazione del 5 per cento si può ottenere anche per i progetti che includono investimenti in hardware, software e servizi reali finalizzati ad attivare forme di commercio elettronico. Per quale tipo di interventi potranno essere ottenuti i contributi previsti dalla legge 215 del ’92? Sono finanziabili, innanzitutto, gli investimenti di avvio dell’esercizio di un’attività economica o l’acquisto di attività preesistenti mediante cessione dell'attività medesima o di un ramo aziendale, o affitto per almeno cinque anni. Può essere presentata domanda di agevolazione, inoltre, anche per la realizzazione di progetti aziendali innovativi, connessi alla reale esigenza delle imprese di innovazione di prodotto o di processo, organizzative, gestionali o finalizzate all’ampliamento o ammodernamento dell’attività. 
Sono infine ammesse a contributo le imprese al femminile che intendono acquisire servizi destinati a: 
- aumento della produttività; 
- innovazione organizzativa; 
- trasferimento delle tecnologie; 
- ricerca di nuovi mercati per il collocamento dei prodotti; 
- acquisizione di nuove tecniche di produzione, gestione e commercializzazione, sviluppo di sistemi di qualità.

Parte dei circa 300 miliardi di lire stanziati dal quarto bando della legge 215 sono destinati alle Regioni per tre obiettivi specifici: 
- formazione imprenditoriale delle donne; 
- sviluppo di servizi di assistenza e consulenza tecnica nonché manageriale; 
- attuazione di iniziative di informazione e di supporto per la diffusione della cultura d'impresa tra le donne.

SPESE AMMISSIBILI
Per quanto riguarda invece le singole spese ammesse a contributo, sono tali esclusivamente quelle inserite in programmi di investimento avviati dopo la presentazione della domanda. 
Anche per la legge 215, dunque, il Ministero dell’Industria ha previsto la non retroattività delle spese in conformità alle disposizioni comunitarie.
Come nel caso prima accennato, una deroga sussiste per le imprese che richiedono le agevolazioni a titolo «de minimis». 
In quest’ipotesi, sono infatti ammissibili a contributo anche i programmi le cui spese sono state sostenute in data successiva alla scadenza del terzo bando. Più in dettaglio, sono ammessi a contributo gli acquisti (anche mediante locazione finanziaria) per: 
- impianti generali; 
- macchinari; 
- attrezzature; 
- brevetti e software; 
- spese per opere murarie e relativi oneri di progettazione e direzione lavori nel limite del 25 per cento del costo totale sostenuto per impianti, macchinari, attrezzature, brevetti e infine software; 
- studi di fattibilità e piani d’impresa (comprensivi dell’analisi di mercato, studi per la valutazione dell'impatto ambientale) nel limite del 2 per cento del costo dell’investimento complessivamente ammesso.
Sono escluse dal contributo, invece, le spese relative all’acquisto di immobili, terreni, beni usati e investimenti realizzati mediante commesse interne oppure oggetto di autofatturazione, l’avviamento e le spese di gestione.

AGEVOLAZIONI
Come già previsto nel nuovo regolamento varato lo scorso ottobre, le agevolazioni sono state riunificate nella forma del contributo in conto capitale: non sarà dunque più possibile ottenere finanziamenti a tasso agevolato e crediti d’imposta. 
Gli incentivi a fondo perduto saranno espressi in Equivalente Sovvenzione Netto (Esn) o Lordo (Esl), e secondo le ultime decisioni dell’Unione Europea in relazione ai regimi d’aiuto potranno coprire fino al 60-65 per cento dell’investimento. In alternativa, ma l’opportunità non è concessa alle imprese operanti nel settore agricolo, è possibile richiedere le agevolazioni secondo la regola del «de minimis».
In tal caso, la misura dell’agevolazione nelle aree depresse potrà aumentare fino al 75 per cento dell’investimento ammissibile, fermo restando l’importo massimo dell’aiuto «de minimis» erogabile di 100.000 euro (poco più di 193 milioni di lire).
In altre parole questa opzione potrà risultare utile per le imprese che realizzano investimenti di importi limitati.
In aggiunta al contributo in conto capitale, per le imprese ammesse alle agevolazioni è prevista la priorità di accesso ai fondi di garanzia gestiti dall’Artigiancassa e da Mediocredito centrale. Il contributo sarà erogato in due quote. La prima, pari al 30 per cento dell’agevolazione concessa, viene erogata in corrispondenza della realizzazione del 30 per cento degli investimenti ammessi, oppure a titolo di anticipazione previa presentazione di apposita fideiussione bancaria o polizza assicurativa.
La seconda quota viene invece erogata dopo il completamento dell’iniziativa e alla presentazione della documentazione finale.
Così come è avvenuto nella 488, anche nella legge 215 con il nuovo bando è stato introdotto l’obbligo di apporto, da parte dell’impresa beneficiaria, di mezzi finanziari per almeno il 25 per cento delle spese ammissibili. 

MEZZI PROPRI
Le fonti finanziarie da considerare sono quelle rientranti nelle disponibilità dell'impresa nel periodo che va dalla presentazione della domanda alla chiusura dell'esercizio a regime. A tale riguardo, le imprese devono rilasciare apposita dichiarazione d’impegno nel modulo di domanda.
Questo requisito non è previsto per le imprese che richiedono le agevolazioni secondo la regola del «de minimis».

SCADENZA DEI TERMINI 
La domanda di contributo va inviata entro il prossimo 31 maggio, tramite raccomandata con avviso di ricevimento, alla Regione in cui è ubicata l’unità locale oggetto dell’investimento oppure al Ministero dell’Industria a seconda che la Regione interessata abbia o meno provveduto all’integrazione delle risorse finanziarie statali ad essa assegnate. Alla domanda, formulata secondo lo schema standard previsto dal Ministero dell’Industria, è necessario allegare una scheda tecnica con la descrizione dettagliata dell’iniziativa proposta e i relativi dati economico-finanziari. I modelli predefiniti da compilare sono disponibili sul sito internet del Ministero dell’Industria, all’indirizzo www.minindustria.it.

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