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Giuseppina Tullio ripercorre le tappe salienti delle trattative allacciate nel secondo dopoguerra
RELAZIONI SULL'ASSE ANGLO-ITALIANO
L'ECONOMIA SPIEGATA DAGLI ARCHIVI
I rapporti bilaterali sono analizzati privilegiando gli aspetti commerciali e valutari
a cura di Denaro Cultura
 

Il secondo dopoguerra: un periodo caratterizzato dal difficile percorso verso il multilateralismo degli scambi e dei pagamenti. Molte delle cause che avevano portato alla disarticolazione dell’economia mondiale negli anni Trenta impedivano ancora il decollo del processo di integrazione internazionale. La letteratura storica, ampia e informata sulle linee generali di questo processo, manca però di analisi che spieghino, attraverso la concreta dinamica dei rapporti economici bilaterali tra i Paesi europei, il persistere del bilateralismo nonostante le iniziative promosse dalle organizzazioni internazionali e soprattutto dal governo di Washington. Giuseppina Tullio, ricercatore di Storia economica all’Università di Napoli «Federico II», che insegna Storia delle relazioni economiche internazionali, propone un’analisi di quegli anni, attraverso l’esame delle trattative anglo-italiane, nel volume «Monete ed economie. Le relazioni anglo-italiane nel secondo dopoguerra», pubblicato dalle Edizioni scientifiche italiane. Scopo iniziale del lavoro era quello di colmare, almeno in parte, il vuoto storiografico con lo studio delle trattative economiche anglo-italiane e di chiarire quanto le politiche del cambio, che riflettevano due concezioni antitetiche, influirono sui rapporti bilaterali. Esaminando «le carte d’archivio», si è acquisita però la consapevolezza che esse consentivano di estendere il discorso sia a contenuti più ampi, nell’ambito dei quali si collocavano i rapporti tra i due Paesi, sia al riscontro delle tesi che interpretano lo sviluppo italiano come «export led». Il mercato inglese era infatti diventato il principale sbocco europeo per i prodotti italiani e, tra il 1946 e il 1952, l’area della sterlina assorbì da un quarto a un terzo delle esportazioni italiane. Nella prima parte del lavoro, l’ampia documentazione consultata ha consentito di seguire un percorso logico scandito dalla successione cronologica dei negoziati bilaterali, senza trascurare i forti condizionamenti esterni. Nella seconda si è riferito di alcuni avvenimenti che resero ancora difficili le trattative anglo-italiane, con l’intento di dimostrare il ritorno a una sostanziale normalità dei rapporti tra i due Paesi, sancita dalla nascita dell’Unione europea dei pagamenti nel 1950, che consentì il multilateralismo degli scambi e dei pagamenti in una vasta area del mondo libero. Le scelte effettuate hanno privilegiato gli aspetti commerciali e valutari, tralasciando molti altri problemi, quali la definizione e la revisione delle clausole del trattato di pace, le pendenze economiche prebelliche, i flussi migratori, gli attriti sorti tra i due Paesi nelle regioni balcanica e mediorientale, che pure nascondevano interessi economici contrastanti. Lo studio si è avvalso di numerose fonti, raccolte presso il Public record office e diversi archivi italiani. Attenzione particolare è stata rivolta a quelle relative all’Anglo-italian economic commitee, per il contributo venuto non tanto dai verbali delle riunioni quanto dalle relazioni che i ministeri economici e il Foreign office inviavano all’Overseas national commitee che, dopo averle esaminate, istruiva i membri della delegazione per le trattative con gli italiani. Non si è trovata una documentazione analoga negli archivi italiani.
(http:// www. tagliacarne.it).

Giuseppina Tullio
«Monete ed economie»
Edizioni scientifiche italiane
405 pagine - 54.000 lire

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