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Per le imprese che operano sui mercati esteri esistono diversi strumenti di finanziamento per le attività legate al commercio internazionale. Ecco una guida alle principali opportunità a disposizione. Fra gli strumenti per il sostegno di attività promozionali volte allo sviluppo delle esportazioni italiane va segnalata la legge 1083/54. I beneficiari di questo strumento sono enti o associazioni che non abbiano per statuto finalità di lucro. Il sostegno finanziario arriva fino al 50 per cento delle spese preventivate per lo svolgimento di tali attività e al 70 per cento se le imprese hanno sede produttiva nei territori dell’obiettivo 1 (Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Sardegna).
ASSOCIARSI CONVIENE
Sempre nell’ambito degli strumenti di finanziamento per le attività all’estero, un ruolo di rilievo è ricoperto dalla legge 83/89, che disciplina la concessione di contributi ai consorzi fra Pmi che hanno come scopo esclusivo la promozione e l’esportazione dei prodotti degli associati. I consorzi dovranno essere composti da almeno otto Pmi (cinque imprese per i settori merceologici specializzati oppure operanti nei territori dell’obiettivo 1) e non devono avere fini di lucro. Si possono ottenere contributi pari al 40 per cento delle spese risultanti dal conto profitti e perdite dell’anno precedente a quello di presentazione della richiesta. Per i consorzi ubicati nei territori compresi nell’obiettivo 1, invece, si arriva fino al 60 per cento delle spese ammesse. Per i consorzi nei primi cinque anni di vita, invece, si arriva fino al 70 per cento delle spese ammesse. L’importo del finanziamento non può in nessun caso superare: 150 milioni di lire per i consorzi con meno di 25 imprese, 200 milioni per i consorzi composti da venticinque a settantaquattro imprese, 300 milioni per i consorzi export formati da più di settantaquattro imprese.
IL RUOLO DELLE REGIONI
Non finisce qui: il Dpcm del 26 maggio 2000, infatti, ha trasferito alle regioni a statuto ordinario le competenze riferite agli incentivi a favore dei consorzi regionali e le relative risorse finanziarie per la parte non impegnata, comunque non eccedente i sei dodicesimi delle risorse ad esse spettanti. Pertanto per le richieste provenienti da consorzi multiregionali o da consorzi di regioni a statuto speciale, le relative pratiche saranno curate dal Ministero. Per le domande inoltrate da consorzi regionali di regioni a statuto ordinario, l'erogazione del finanziamento sarà regolata sulla base del 50 per cento dei fondi, per la parte residua, invece, provvederanno le stesse regioni.
OPERAZIONI FUORI DALL’UE
Fra gli strumenti volti a favorire l’internazionalizzazione delle imprese, un ruolo di prim’ordine spetta alla legge 394/81. È un finanziamento agevolato per la costituzione di insediamenti durevoli in Paesi non appartenenti all’Unione europea: possono beneficiarne le imprese esportatrici di beni e servizi. Ma attenzione: hanno priorità sui fondi le Pmi, i loro consorzi e le aziende che operano per la commercializzazione all'estero dei prodotti delle Pmi meridionali. In quest’ambito rientrano anche la legge 304/90 (articolo 3), che disciplina i finanziamenti agevolati per la partecipazione alle gare d’appalto in Paesi non appartenenti all’Unione europea, il Dlgs 143/98 (art. 22), comma 5, lettere a e b del decreto ministeriale 23 marzo 2000 n. 136 che disciplinano rispettivamente i finanziamenti per le spese per la realizzazione di studi connessi all’aggiudicazione di commesse e le spese per la realizzazione di programmi di assistenza tecnica e studi di fattibilità connessi a esportazioni o a investimenti italiani in Paesi extra Unione Europea e alla Legge Ossola (n. 227/77).
L’IMPEGNO DELLA SIMEST
Nell’ambito degli incentivi relativi alla costituzione di società all’estero, particolare rilevanza assume la legge 100/90, che incentiva la costituzione di società o imprese nei Paesi Extra Ue. Un processo, quest’ultimo, in cui interviene la Simest, società italiana per le imprese all’estero, attraverso una partecipazione e un contributo agli interessi sui finanziamenti ottenuti dalle banche. I beneficiari sono le imprese italiane, con preferenza per le Pmi, interessate a formare una società estera o sottoscrivere un aumento di capitale o ad acquisire quote di partecipazione in una impresa estera già esistente. La gestione dello strumento è affidato alla Simest che partecipa al capitale di società estere con quote di minoranza (al massimo il 25 per cento) e per un periodo massimo di otto anni. I contributi sono ammissibili entro l’importo massimo di 75 miliardi di lire per impresa e per anno solare e 150 miliardi di lire per gruppo di imprese e per anno solare.
OPPORTUNITA’ DI SVILUPPO
L’articolo 7 della legge 49/87, nell’ambito della cooperazione dell’Italia, prevede invece incentivi per la costituzione di imprese miste nei Paesi in via di sviluppo (Pvs). Beneficiarie sono le imprese italiane che acquisiscono quote di capitale di rischio in imprese miste da realizzare nei Pvs, con reddito annuo pro-capite inferiore a 3.250 dollari americani. Possono essere finanziati conferimenti in denaro e in natura al capitale di rischio delle imprese miste per iniziative riguardanti i settori agricolo, industriale e delle infrastrutture. Al fine di ottenere i contributi, la partecipazione delle imprese italiane dovrà avere una consistenza significativa sia nel capitale di rischio, sia nella gestione dell’impresa, sia nella formazione e sviluppo del “management” locale. La partecipazione degli investitori locali, comunque, non dovrà essere inferiore al 25 per cento. L’importo dell’intervento non sarà superiore a 20 miliardi di lire fino al 70 per cento dei primi 10 miliardi di partecipazione e fino al 50 per cento della quota eccedente. Il finanziamento ottenuto dovrà essere rimborsato in otto anni, oltre ad un periodo di grazia (per capitale e interessi) non superiore a due anni, ad un tasso fisso pari al 30 per cento del tasso di riferimento. A copertura del finanziamento, l’impresa beneficiaria dovrà presentare fidejussione bancaria oppure altre garanzie reali, accettate dal Mediocredito Centrale.
COOPERAZIONE INDUSTRIALE
Altri strumenti di finanziamento si riferiscono al sostegno alla cooperazione industriale: la legge 212/92 finanzia i programmi bilaterali o plurinazionali per la promozione della collaborazione tra organismi italiani e di altri Paesi, annualmente individuati dal Cipe, per favorire la loro transizione verso l’economia di mercato e la loro integrazione con l’Europa.
I progetti, della durata massima di due anni, riguardano diverse tipologie di intervento:
- formazione professionale; l’assistenza tecnica;
- progettazioni in settori specialistici;
- trasferimento di tecnologia;
- studi di fattibilità per la costituzione di joint-venture e la ristrutturazione di imprese miste partecipate da soggetti italiani.
L’agevolazione consiste in un contributo in conto capitale. L’importo del contributo è riferito al 50 per cento dei costi ammissibili dell’iniziativa, fino ad un massimo di 800 milioni di lire. Altri contributi possono pervenire dagli organismi partecipanti all’iniziativa (italiani o esteri) privati o pubblici (questi ultimi fino alla concorrenza dell’80 per cento del costo dell’iniziativa). Per ulteriori informazioni sulle opportunità di contributi per le attività di commercio internazionale è possibile consultare i siti internet dell’Ice (Istituto nazionale per il commercio estero) all’indirizzo www.ice.it e del Ministero per il Commercio con l’estero all’indirizzo
www.mincomes.it.
I SOSTEGNI DELL'EXPORT
Legge n. 1083/54
delle esportazioni
Legge n. 83/84
Consorzi per la promozione
e l’esportazione dei prodotti
Legge n. 394/81
Costituzione d’insediamenti
durevoli in Paesi extra Unione
Europea
Legge n. 304/90 (art. 3)
Partecipazione a gare d’appalto
in Paesi extra Unione Europea
Legge n. 100/90
Costituzione di società nei Paesi
extra Unione Europea
Legge n. 49/87
Costtuzione di imprese miste
nei Paesi in via di sviluppo
Legge n. 212/92
Promozione dell’Internazionalizzazione
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