Intervista al Rettore dell’Università degli Studi di Salerno Giorgio Donsì
L'UNIVERSITA' SCOMMETTE SUL FUTURO
CAMBIA LO SCENARIO
NEL NUOVO MILLENNIO
Tirocini e stage per percorsi formativi mirati alle esigenze delle imprese
di Lavinia Coppola

La recente riforma dell'autonomia didattica dell'Università (d.l.509/99) introduce una nuova architettura degli studi universitari. Quali i cambiamenti più rilevanti per il "sistema accademico"?

Il sistema accademico nazionale verrà profondamente innovato dalla riforma in atto. I cambiamenti più rilevanti non sono, a mio avviso, soltanto quelli maggiormente pubblicizzati come l'introduzione del meccanismo dei crediti, che avrebbe potuto anche coesistere col precedente ordinamento, o la serialità dei titoli di studio, che pure si scontra con la metodologia didattica finora praticata che tende a partire dai principi generali per dedurne gli elementi applicativi concreti. Innovazioni sostanziali, e quindi a rischio maggiore, sono il tentativo di orientare gli accessi all'Università attraverso il riconoscimento di crediti o debiti formativi per gli studenti provenienti da diversi tipi di scuola media superiore e con diversi risultati scolastici, e la tendenza ad arricchire di contenuti professionalizzanti la formazione universitaria. Altro elemento di novità è la formalizzazione dei master, che divengono a pieno titolo percorsi di completamento della laurea o della laurea specialistica. Sul questi, che potranno essere mirati ad esigenze specifiche del territorio, si gioca il successo della riforma.

Le aziende lamentano da sempre una distanza troppo accentuata tra le proprie necessità in termini di risorse umane e le professionalità maturate nell'ambito universitario. Ritiene che i cambiamenti siano in grado di ridimensionare questo divario? E come?

La riforma in atto tende a privilegiare una maggiore aderenza della formazione alle esigenze del mondo del lavoro attraverso l'introduzione nei curricula di materie professionalizzanti, l'attenzione molto forte a forme di tirocinio e stage e la possibilità di attivare con maggiore flessibilità percorsi formativi mirati a specifiche esigenze. Tuttavia non è pensabile che le aziende possano ricevere sempre materiale umano pronto all'uso, come vorrebbero. Infatti l'impossibilità di previsione del preciso trend occupazionale nei diversi settori con largo anticipo ed il permanere di una sostanziale libertà di scelta del corso universitario continueranno ad impedire una pianificazione accurata della formazione in funzione delle esigenze. D'altra parte la capacità di riconversione e di studio, che sono e saranno sempre più caratteristiche indispensabili del giovane che esce dall'Università, confliggono chiaramente con la specializzazione, in quanto si appoggiano su di una formazione forte metodologicamente più che nelle applicazioni.
Non bisogna quindi farsi illusioni eccessive, pur potendo confidare in un sensibile avvicinamento della professionalità acquisita negli studi universitari con i requisiti del mondo del lavoro. Elemento invece di possibile migliore congruenza della preparazione universitaria con le esigenze produttive saranno, come già detto, i master, a condizione che nella definizione di tali percorsi si riesca ad avviare un confronto sostanziale con le aziende e con gli Enti.

Un grande punto interrogativo è quello rappresentato dall'art.11 del decreto quadro 509 (il così detto "macro-decreto") che impone all'Università di consultare le rappresentanze del mondo produttivo locale in sede di definizione degli ordinamenti didattici di Ateneo. Non vi è stata ancora alcuna azione di indirizzo da parte del Ministero su come costruire modelli strutturali di dialogo e cooperazione tra i due mondi; non crede che comporti grossi rischi demandare tutto al volontarismo pionieristico di poche realtà accademiche?

Certamente esistono rischi su di una concertazione volontaristica soprattutto perché spesso le realtà produttive locali sono variegate e non sempre chi è più aperto al dialogo rappresenta aliquote sostanziali delle opportunità lavorative. In ogni caso ritengo che già l'aver posto l'accento sulla necessità di consultazione del mondo produttivo sia un passo in avanti. Come tutte le innovazioni, avrà bisogno di tempi medi per funzionare, ma credo che i potenziali vantaggi superino i rischi, se gli interlocutori avranno coscienza del significato e dei limiti del discorso.

Per il sistema imprenditoriale salernitano, composto da piccole e piccolissime imprese, è prevedibile che il meccanismo dei tirocini si ponga come oneroso oltre che tradizionalmente estraneo alla propria missione. Crede che un valido sistema di incentivi pubblici possa aprire il mondo dell'impresa alle richieste di partenariato formativo avanzate dall'Università? Quali strumenti di sensibilizzazione utilizzare?

Ritengo che i tirocini possano divenire una risorsa del mondo produttivo in quanto introducono in azienda risorse culturali e mentali giovani e stimolanti ed offrono la possibilità di selezionare in opera personale qualificato. Non a caso riceviamo ad oggi, almeno in alcuni settori trainanti, più richieste di tirocini di quante riusciamo a soddisfare. Da notare che sono però le aziende medio grandi ad avvertire consapevolmente tale esigenza. La sfida dovrebbe essere quella di convincere anche realtà piccole e specifiche ad utilizzare bene tale strumento, che oltretutto potenzia i rapporti con l'Università come sorgente di ricerca ed innovazione. Credo invece poco nel sistema degli incentivi pubblici. Se fossi un imprenditore convinto che i tirocini creano scompiglio nella mia azienda, non esisterebbero incentivi sufficienti a spingermi a praticarli, mentre se ne cogliessi il valore come risorsa riterrei ben investito quel poco che pesano a carico dell'azienda. Molto utile invece può essere una campagna di informazione sulle reali prospettive che aprono alle imprese i tirocini, da parte delle Università e delle Associazioni di categoria.

L'"Impresa-Università" italiana dovrà, dunque, effettuare un riposizionamento strategico nel mercato dell'istruzione formato da oltre 70 Atenei, con una domanda potenziale sempre più esigente e selettiva. Come reperire e gestire le informazioni relative al bacino di utenza e alle caratteristiche socio-economiche del territorio e contemporaneamente valorizzare le competenze scientifico-culturali di cui l'Ateneo Salernitano dispone?

A costo di esprimere una riflessione controcorrente, ritengo che gli Atenei, compreso quello salernitano, debbano innanzitutto mettersi in grado di fornire una offerta formativa credibile in relazione alle proprie specificità sul piano nazionale ed europeo. Sarà tale offerta ad attrarre, da una parte, utenza studentesca desiderosa di acquisire competenze particolari e dall'altra l'interesse dei potenziali fruitori delle professionalità prodotte. Sarà un processo lento, ma irreversibile ed è in questa direzione che bisogna muoversi piuttosto che inseguire, tra mille difficoltà, la caratterizzazione del bacino di utenza attivo e passivo.
E' finito il tempo delle Università che coprono tutto lo scibile umano in funzione di un ristretto territorio di riferimento. Si tende piuttosto a restringere, approfondendolo e differenziandolo, il campo dell'offerta di formazione e ricerca ai settori di specifica competenza, e ad allargare il bacino dei fruitori. Da questo punto di vista l'Università degli Studi di Salerno sta già operando da tempo, pur nei ristretti limiti della legislazione finora vigente: ricordiamo infatti l'attivazione, per prima nell'Italia Meridionale, del Corso di Laurea in Scienza dell'Informazione (poi Informatica) ed in Scienze della Comunicazione; l'attivazione, unica Università in Italia, del Corso di Laurea in Ingegneria Chimica ad indirizzo alimentare; l'attivazione di diplomi specifici in campo economico-gestionale, dei beni culturali, della fisica sanitaria, delle tecnologie cosmetiche e dell'erboristeria. In conclusione le specificità del territorio aiutano a far crescere le specificità dell'Ateneo, ma non devono limitarne lo sviluppo.

Gli Ordini Professionali nazionali permangono su posizioni "protezionistiche", proponendo l'obbligo della laurea specialistica per l'accesso agli esami di stato abilitanti. Non ritiene che la riforma Zecchino possa, così, allungare piuttosto che anticipare i tempi di accesso al mondo del lavoro?

Gli Ordini Professionali, in generale, tendono ad esercitare con forza il ruolo, che peraltro gli compete, di difesa degli iscritti e quindi, per forza di cose, rifuggono dagli allargamenti. Tuttavia credo di poter affermare che la posizione degli Ordini sia comunque aperta ad una discussione e quindi, se da parte del Governo si manterrà una salda presa sul problema della riforma degli ordinamenti, non saranno gli Ordini a bloccare l'innovazione. D'altra parte la normativa comunitaria non consente molte deroghe al principio dell'iscrizione agli Ordini con la laurea di primo livello. Per questo motivo non credo che la riforma in atto finisca per allungare i tempi di accesso al mondo del lavoro, anche perché solo una piccola percentuale di laureati attuali intraprende attività lavorative attraverso l'iscrizione agli albi professionali.
 

 

Intervento del Comandante del Nucleo Speciale Servizi Extratributari Guardia di Finanza Fabio Morera
REATI CONTRO IL PATRIMONIO ARTISTICO
L'IMPEGNO DELLA GUARDIA DI FINANZA
Professionalità ed affidabilità al servizio dei cittadini
di Monica De Carluccio

II traffico d'arte costituisce oggi una realtà dalle dimensioni ampie che, anche in conseguenza dell'apertura delle frontiere nell'ambito dell'Unione Europea, ha superato i confini nazionali. Tale fenomeno criminale muove ogni anno diversi miliardi, a spese di un patrimonio che appartiene alla collettività e che molto spesso è connesso ad altre manifestazioni criminali quali l'usura ed il riciclaggio del denaro sporco. La complessità della materia ha portato alla costituzione di un Corpo Speciale della Guardia di Finanza, con compiti di tutela del patrimonio artistico nazionale.
Il Colonnello Fabio Morera, nel corso del suo intervento tenuto presso la Provincia di Salerno lo scorso 11 dicembre in occasione del V Colloquio Internazionale, descrive i compiti e la struttura organizzativa di questo comparto ad alta specializzazione.
La salvaguardia dei Patrimonio Pubblico e del Demanio costituisce una delle attribuzioni più antiche affidate alla Guardia di Finanza. Le opere di interesse storico ed artistico, oltre all'indiscutibile valore culturale, rappresentano una fonte di ricchezza per il Paese anche dal punto di vista economico; ciò implica necessariamente il rafforzamento delle misure di protezione volte a scoraggiare l'intento di chi volesse appropriarsi indebitamente di tali opere. La Guardia di Finanza è, pertanto, molto interessata alle problematiche che ruotano intorno a questo specifico settore, proprio perché il traffico illecito di reperti archeologici sottende reati di evasione fiscale ed in questo contesto le componenti specializzate del Corpo, in virtù dei poteri e degli strumenti di cui godono, sono in grado di condurre indagini ad ampio raggio. I compiti che vengono affidati alla Guardia di Finanza si sostanziano in una complessa articolazione di incombenze di carattere tributario ed extratributario che fanno di questo organo di polizia una Istituzione multiforme dall'organizzazione estremamente flessibile, capace di assumere varia fisionomia operativa a seconda dell'alternarsi di obiettivi preminenti in un determinato momento storico o contingente della vita economico-finanziaria dello Stato.
A contrasto della minaccia al Patrimonio nazionale, il Corpo partecipa con diuturno e concreto impegno; le Fiamme Gialle sono da sempre in prima linea nella lotta ai reati contro il patrimonio artistico, esercitando una vigilanza assidua seppur improba, dato il vasto fronte geografico interessato, con perlustrazioni anche aero-navali nei luoghi più a rischio, nonché naturalmente indagini di polizia giudiziaria e patrimoniali nei confronti dei soggetti conosciuti quali trafficanti di opere di interesse storico-artistico. Nella generale considerazione che il contrasto al crimine professionale deve essere svolto da strutture altrettanto tecniche, nel gennaio del 1969 fu costituito un pool formato da un ufficiale e due sottufficiali posto a disposizione della Delegazione per la restituzione delle opere d'arte illecitamente esportate. Nel 1995, quindi, fu istituito un Ufficio Tutela del Patrimonio Artistico operante nell'ambito del Centro Repressione Frodi fino ad arrivare al 1° gennaio 2000 con l'attuale assetto disposto a seguito della riforma ordinativa dei Corpo e che, nello specifico comparto, ha tenuto conto della rilevanza che è venuta ad assumere negli ultimi anni la tematica della tutela al patrimonio artistico nazionale ed europeo, anche per i contorni che ruotano attorno al traffico clandestino di opere d'arte quali il riciclaggio dei proventi illeciti delle organizzazioni criminali. L'attività della Guardia di Finanza condotta nel settore della tutela al patrimonio artistico per il 1999 ha permesso il sequestro di oltre 100.000 opere d interesse artistico ed archeologico, il recupero di circa 870 opere false e l'accertamento di oltre 1000 violazioni di natura penale con 70 persone tratte in arresto e 400 illeciti di carattere amministrativo. I militari del Corpo impostano la propria attività spaziando da controlli di carattere prettamente amministrativo fino a quelli più aderenti ai compiti istituzionali di tipo tributario; in questo contesto la Guardia di Finanza nel corso dei controlli fiscali a mercanti d'arte può rilevare fenomeni di sottofatturazione che possono sottintendere corresponsioni di denaro sporco oltre che a vere e proprie violazioni fiscali. Altro tipo di controllo è quello finalizzato al rispetto delle norme doganali per accertare che i beni culturali destinati all'estero siano accompagnati da apposita licenza di esportazione nonché assicurare che quelli per cui è previsto il divieto di uscita non lascino il territorio nazionale. Non si può, infine, non menzionare l'importante contributo offerto dalla componente aero-navale della Guardia di Finanza che si traduce nella vigilanza delle principali zone archeologiche marine e nel recupero tramite l'ausilio di sommozzatori specializzati. A questo proposito é da ricordare il recente Protocollo siglato in data 11.4.2000 a Palermo tra il Corpo e la Regione Siciliana per la tutela dei beni archeologici sommersi, in forza del quale la Guardia di Finanza costituisce il prioritario referente istituzionale.
Ed è proprio in relazione alla mutata struttura del mercato che l'azione di prevenzione e repressione dei reati contro il Patrimonio Archeologico ha assunto carattere di maggiore complessità arrivando alla costituzione di una Unità ad alta specializzazione quale il Nucleo Speciale Servizi Extratributari.

ARTICOLAZIONE DEL REPARTO
Il DPR 29.11.1999 nr.3-4, recepito con provvedimento nr.418000/310 dei 23.12.1999 del Comando Generale della Guardia di Finanza - Ufficio Ordinamento - ha rideterminato la struttura ordinativa del Corpo ed istituito il "Nucleo Speciale Servizi Extratributari" con sede in Roma, inquadrato nell'ambito del Comando Unità Speciali.
Il Nucleo Speciale Servizi Extratributari subentra, sostanzialmente, nelle funzioni già demandate al Servizio Polizia Extratributaria ed Entrate Generali del Centro Repressione Frodi, e ad esso è stata assegnata per il Corpo la funzione propulsiva di indirizzo delle attività svolte, in ambito nazionale, nei diversi settori cui sono preposti i dipendenti Gruppi.
Nel dettaglio, la struttura attuale del Nucleo prevede un'organizzazione articolata come segue:
a) Organi di staff
- Ufficio Personale ed AA.GG.;
 • Sezione AA. GG.;
 • Sezione Personale ed AA. RR.;
 • Autodrappello; 
- Ufficio Operazioni.
 • Sezione Operazioni ed Analisi;
 • Schedario; 
b) Reparti di line
- Gruppo Lotto, lotterie Concorsi Pronostici e Scommesse Clandestine;
 • Sezione Comando;
 • 1^ Sezione;
 • 2^ Sezione. 
- Gruppo Tutela Patrimonio Archeologico.
 • Sezione Comando;
 • 1^ Sezione;
 • 2^ Sezione.

CIRCOSCRIZIONE DI SERVIZIO E COMPITI
La Circoscrizione del Nucleo è relazionata alla tipologia di attività svolta, con competenza su tutto il territorio nazionale; il Nucleo, nell'ambito delle specifiche materie attribuite ai dipendenti Gruppi:
a) assicura il collegamento delle attività investigative ai fini dell'individuazione di eventuali connessioni tra indagini di diversi reparti del Corpo;
b) individua le migliori metodologie investigative e le eventuali difficoltà di attuazione, promovendo proposte valide ai fini dell'estensione dell'indagine e dell'adozione delle strategie operative ritenute più idonee;
c) espleta direttamente, a richiesta della competente Autorità Giudiziaria o amministrativa, o d'iniziativa, l'attività investigativa e/o ispettiva;
In particolare i dipendenti Gruppi svolgono la loro attività nei seguenti settori operativi:
A. Gruppo lotto, lotterie concorsi pronostici e scommesse clandestine articolato in Sezioni, ognuna delle quali:
- espleta attività investigativa ed ispettiva, con circoscrizione sull'intero territorio nazionale, in materia di lotto, lotterie, concorsi, pronostici e scommesse clandestine in genere;
- svolge funzione di monitoraggio ed analisi delle attività espletate dai Comandi territoriali del Corpo nel predetto settore;
provvede a curare Ile relazioni di collaborazione con gli organismi centrali pubblici e (privati, competenti in materia di lotto, lotterie, scommesse e concorsi pronostici, con particolare riferimento alla Commissione di vigilanza e controllo sulla regolarità delle gare e del gioco relativi alle corse dei cavalli, alla So.Ge.l. ed ai concessionari dei giochi (UNIRE, SISAL, Lottomatica).
B. Gruppo tutela patrimonio archeologico
articolato in Sezioni, ognuna delle quali:
- espleta direttamente, a richiesta della competente Autorità Giudiziaria ed Amministrativa o d'iniziativa, attività investigativa ed ispettiva a livello "ultraregionale" in materia di tutela del patrimonio archeologico;
- svolge raccordo info-operativo con le attività espletate dai Comandi territoriali del] Corpo nel predetto settore. Il nuovo modulo dei Reparto ha permesso di addivenire ad un apprezzamento della complessiva attività nel settore del patrimonio artistico, che ha visto, rispetto all'analogo periodo considerato (gennaio-ottobre), dei decorso anno, un sensibile incremento patri al 166% dei soggetti denunziati ed al 466% delle opere rinvenute.

FORMAZIONE DEL PERSONALE
L'organizzazione della formazione del personale della Guardia di Finanza é affidata all'Accademia, alla Scuola di Polizia Tributaria, alla Scuola Sottufficiali ed alla Legione Allievi. Gli ufficiali sono formati dall'Accademia, con sedi in Bergamo e Roma, a mezzo dei corsi di Accademia e di Applicazione, ciascuno di durata biennale. Al termine di ogni percorso formativo, gli allievi, che sostengono studi giuridici, economici ed aziendali, nonché una adeguata preparazione militare, vengono avviati al corso di "qualificazione operativa", della durata di un anno accademico e destinato all'approfondimento delle tematiche di respiro tecnico-operativo, con spunti pratici di sicuro interesse per i futuri Comandanti dei Reparti. Presso l'Accademia si svolgono anche i corsi per allievi ufficiali di complemento, rivolti ai giovani laureati in discipline economico-giuridiche nonché tutte le attività didattiche rivolte al personale che, in virtù del favorevole esito di concorsi interni, transita nella categoria ufficiali. L'anno 2000 si è concretizzato per l'introduzione dei reclutamento femminile e specificatamente:
- 10 donne sono risultate vincitrici del concorso per l'accesso al 100° corso di Accademia;
- nel novembre scorso ha avuto inizio il corso straordinario per tenenti in servizio permanente effettivo, riservato a personale femminile e frequentato dalle 20 vincitrici del relativo concorso.
La formazione dei sottufficiali (sia del ruolo ispettori sia sovrintendenti) è affidata alla Scuola Sottufficiali di L'Aquila, ove si svolgono i corsi biennali per allievo maresciallo, tendenti a dotare i futuri marescialli delle basilari conoscenze professionali nonché ad illustrare loro l'operatività della Guardia di Finanza.
I finanzieri vengono addestrati presso la Legione Allievi, alla quale fanno capo le Scuole allievi finanzieri di Lido di Ostia e Cuneo nonché la Scuola Alpina di Predazzo (ove viene impartito uno specifico addestramento per l'impegno in territorio montano); in questi istituti si tengono i corsi di formazione per allievi finanzieri del contingente ordinario ed ausiliario. E' in atto il concorso per il reclutamento degli allievi finanzieri per l'anno 2001, tra i quali figureranno anche le donne. Per le attività post formative, affidate essenzialmente alla Scuola di Polizia Tributaria, che migliora la preparazione tecnica e professionale dei quadri, attraverso corsi, seminari e conferenze, è stato varato un piano di formazione all'avanguardia, basato sulla logica della pianificazione, programmazione e controllo di gestione che, accanto alle iniziative addestrative annuali, prevede misure strutturali con cui realizzare i seguenti obiettivi:
- favorire l'acquisizione e lo sviluppo di conoscenze e abilità utili all'individuo per migliorare il livello e la qualità delle sue capacità, creando un circolo virtuoso tra formazione, impiego ed operazioni;
- contribuire al rafforzamento dei valori e dell'identità della Guardia di Finanza, orientando l'organizzazione verso comportamenti coerenti con la gestione per obiettivi;
- concentrare gli sforzi verso i settori a più alta priorità;
- definire i migliori indicatori di performance della formazione.
In questo quadro si inserisce l'importante progetto del "verificatore fiscale" destinato a specializzare coloro ai quali saranno affidati incarichi di responsabilità nell'attività di verifica tributaria., cui si aggiungono i corsi centralizzati di "formazione dei formatori", quali quelli svolti in "Tecnica della verifica", "Illeciti economico-finanziari", "Contrasto alla criminalità" e "Tecnica dell'informazione e dell'indagine". Per quarto concerne, infine, più specificamente il patrimonio culturale, il piano di studi degli istituti di formazione della Guardia di Finanza, ai diversi livelli, prevede l'insegnamento delle normative poste a tutela dello stesso, materie che entrano a far parte del bagaglio professionale di ogni allievo affinché poi questi lo renda esecutivo allorquando sarà chiamato ad assolvere i compiti istituzionali nel corso delle attività operative. A decorrere dallo scorso mese di ottobre anche la Guardia di Finanza ha avviato una serie di corsi teorico-pratici con il Ministero dei Beni Culturali e dell'Ambiente per la riqualificazione del personale preposto allo specifico settore.