GIUSEPPE CASSETTA
STORIA DI UN CERAMISTA
Il mondo della ceramica attraverso la vita di un maestro indimenticato
di Vito Salerno  
 

VINCENZA CASSETTA
Amministratore Unico
Ceramica di Vietri Francesco De Maio -
info@francescodemaio.it

La Regione Campania, la Provincia di Salerno, il Comune di Vietri sul Mare e Tecla hanno voluto dedicare a Giuseppe Cassetta, uno dei più geniali artigiani della tradizione vietrese, un’iniziativa intitolata “Storia di un Ceramista”. La mostra, tenutasi presso le sale di Palazzo della Guardia a Vietri sul Mare, è stata curata da Vito Pinto e si inscrive nel ciclo di manifestazioni della decima edizione del Premio "Viaggio attraverso la Ceramica". L'evento ha rappresentato un itinerario in cinquant'anni di storia della ceramica vietrese, attraverso la vita di un maestro indimenticato. Giuseppe Cassetta nasce a Vietri sul Mare il 28 luglio 1894, in una famiglia dedita da generazioni alla ceramica, e all'età di nove anni inizia a lavorare con il padre Biagio, ceramista di professione ed in particolare decoratore, e lo zio Giovanni Tajani, autore delle ambrogette maiolicate per la cupola della chiesa di San Giovanni a Vietri. La figlia Vincenza Cassetta, oggi imprenditrice impegnata in diversi incarichi tra i quali quello che la vede componente della Giunta dell'Associazione degli Industriali della Provincia di Salerno, ricorda «al mattino, papà si alzava molto presto e scendeva in fabbrica per preparare tutto il necessario in modo che i lavoranti, quando giungevano, trovassero tutto pronto». Al ritorno dalla Grande Guerra il giovane Cassetta riprende a lavorare presso la fabbrica ceramica Tajani, poi da Avallone e quindi alle dipendenze del cavalier Cioffi. Successivamente passa con tutta la sua squadra alla ICS. Sono gli anni della collaborazione con il tedesco Max Melamerson. In questa fabbrica lavorerà accanto ad artisti di quel fecondo periodo culturale che a Vietri vedrà convergere le idee di artigiani mitteleuropei con le esperienze delle maestranze locali. Sono anni, quindi, per Cassetta di grande maturazione culturale. Nel 1934 sposa Giuseppina Ferrigno, che oltre a prendersi cura della sua prima figlia, lo renderà padre per la seconda volta dando alla luce Vincenza. Nel 1944 Giuseppe Cassetta apre una sua fabbrica in Costiera Amalfitana, a Fontana Limite, costruendo le vasche di decantazione per l'argilla e un forno di media grandezza in una palazzina presa in affitto. Nella Ceramica Artistica Cassetta, don Peppe Cassetta mette a frutto gli anni della stagione di formazione professionale, artistica e culturale. Affronta ogni problema che si presenta in fabbrica, sapendo costruire persino i pennelli con la "barbetta" di capra, come usano fare in quel periodo i raffinati decoratori vietresi. La figlia Vincenza Cassetta racconta: «Ricordo mio padre burbero ma affettuoso, a lui mi sono sempre rivolta con il "voi", per una sorta di timore reverenziale nei suoi confronti. Ma mi coccolava a modo suo, creava per me oggetti in ceramica con la forma di animali. In particolare sono legata ad un appendiabiti a forma di caprone, ad un piatto murale raffigurante un drago e ad una banda musicale creata nel periodo senile. Mio padre già negli anni '40 ebbe un'intuizione moderna, la realizzazione dei cataloghi da presentare ai clienti. Era uno straordinario decoratore, bravo a modellare l'argilla e a ritagliare a mano. Una volta, per l'avvocato Porzio di Roma, suo cliente affezionato, creò un servizio da tavola su un tema bizantino, mentre sono rimasti celebri i pavimenti realizzati per le ville di Carlo Ponti, Raf Vallone e funzionari della Nato». Giuseppe Cassetta continuerà a lavorare fino al 1962, quando all'età di sessantotto anni decide di andare in pensione. Una condizione che gli va stretta non riuscendo a stare lontano dall'odore umido dell'argilla, per cui favorisce l'iniziativa della figlia Vincenza di aprire insieme al marito Francesco De Maio una fabbrica di ceramica. Ora non lavora più ma svolge un'attenta attività di sorveglianza della complessa produzione, ma un bel giorno riprende a modellare dando vita alla sua opera forse più straordinaria: la "Banda dei Musicanti", composta da ventiquattro musicisti all'opera con arpe, violini, chitarre, nacchere, fisarmoniche e tamorre. «È una delle ultime opere di mio padre - svela la figlia - realizzata in tarda età per amore del nipote Giovanni: voleva che il nonno gli lasciasse qualcosa realizzato apposta per lui». E così crea per lui e per memoria storica oggetti modellati e decorati sino all'età di ottantanove anni. Giuseppe Cassetta si spegne nel 1985 all'età di novantuno anni. La sua produzione va inserita in quel vasto movimento di crescita culturale che la ceramica di Vietri ha attraversato prima con gli artisti mitteleuropei nel periodo che va dagli anni venti giunge alle soglie degli anni quaranta, e poi con la riappropriazione di un linguaggio che Vito Pinto definisce un "dialetto ceramico". La ricerca del colore, l'osmosi di questo con l'ambiente in cui andava ad immergersi, sono le peculiarità delle produzioni di un Cassetta, che amava modellare e decorare. Giuseppe Cassetta ha saputo coniugare tradizione e rinnovamento con perfetto equilibrio professionale, riflettendo la solarità mediterranea. Riportò all'antico splendore i "pupazzetti vietresi", ma non ha mancato di realizzare ceramiche con motivi ispirati alla natura, i cosiddetti "fioracci", caravelle e tavole imbandite. Il mare è sempre presente, con "La sirena e il Nettuno", due grandi velieri e una serie di oggetti raffiguranti pesci e polipi. Ma Cassetta era anche un uomo religioso, «poco religioso» precisa la figlia, «ma con una grande fede». E infatti, una delle prime opere di don Peppe, come tutti affettuosamente lo chiamavano, è un San Giovanni al quale era legatissimo. E ancora, tra le sue ceramiche troviamo animali e paesaggi dal sapore arabesco, frutto di un'immaginazione e di un senso artistico senza confini. Infine, le riggiole utilizzate per pavimentazioni, rivestimento o semplicemente decoro. Famose sono quelle realizzate da Cassetta su espressa richiesta di Giò Ponti, con motivi bucolici e segni astratti. La mostra e il libro di Vito Pinto "Storia di un ceramista: Giuseppe Cassetta" sono un giusto riconoscimento ad un ceramista completo, dalle varie sfaccettature, per il contributo che ha saputo dare alla crescita dello storico e glorioso artigianato ceramico di Vietri sul Mare e dell'intero territorio della Costiera Amalfitana.

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